FEDERICO FISTAROL
S T O R Y P R I N T E R
MEZZOTINTS STORIES
Questa esposizione nasce dalla lettura di sei libri: Oceano mare (A. Baricco), Plexus (H. Miller), Mattatoio n°5 (K. Vonnegut),
Cuore di Tenebra (J. Conrad), Flatlandia (E. Abott), L’Amore ai tempi del Colera ( G. Garcia Màrquez).
Federico Fistarol, dopo una prima lettura e introiezione, dialoga con queste narrazioni, ne medita l’essenza e le contempla, costruendo un intreccio ipnotico e magico.
A partire dall’opera scritta ne carpisce parole, simboli e visioni, senza tuttavia, appropiarsene in maniera indebita e definitiva.
Piuttosto ne fa un possesso temporaneo e non esclusivo, che restituisce con una ricerca a diverse dimensioni ed espressività.
Ne scaturisce un primo prodotto, attraverso una tecnica mista di oli e acrilici su tela, legno e carta: opere pittoriche nelle quali l’artista guarda ai testi e al linguaggio che rappresentano ricercandone volitivamente il fulcro energetico.
Riflette, lasciandosi trascinare dal TEMPO, vero leit-motif, di tutti e sei i libri. Un Tempo nei suoi molteplici echi: quando incastonato in una nuova dimensione (Flatlandia), quando disegnato dai movimenti del mare (Oceano Mare), quando reso contingente e autentico da quell’attimo che è Qui e Ora (Cuore di Tenebra).
Successivamente le parole prendono un'altra strada e ricompaiono nelle “Maschere”, strutture essenziali, dirette, scarnificate. La creazione della Maschera diventa un’esperienza di Confine: la linea diventa una grata tangibile, sottile e netta e la stilizzazione si fa strumento ora di esibizione, ora di celamento, comunque sempre di rafforzamento della contemplazione.
E il processo non si ferma. Fistarol transita ancora attraverso i libri e giunge ai MEZZOTINTS con i quali, riecheggiando H. Miller, rende l’iniziale testo scritto, una voce sempre più lontana, un rimbalzo che volteggia e ri-ver-be-ra fino a toccarci tutti. Qui Fistarol, si pone come STORY-PRINTER e attraverso un lavoro grafico e di stampa cromatica a due toni , socializza l’opera e la consegna agli sguardi esterni. L’opera si trova così spogliata della sacralità iniziale e resa fruibile, estesa nel quotidiano, divulgata e riconosciuta.
Ancora una volta, Federico Fistarol, rannicchiato in fondo a ogni suo prodotto, a ognuno dei quadri, maschere o stampe, afferra l’osservatore e lo chiama a partecipare, a sfiorare la sua intuizione, a mescolarla con le nostre impressioni fugaci e con le palpitazioni più profonde.
E di fare di questa suo viaggio espositivo, un’opera dinamica e sempre in Divenire.
Giulia Rinaldi